La grande partecipazione della comunità cinese ai festeggiamenti del Capodanno Cinese organizzati dal Karawanfest è stata un momento di straordinaria integrazione umana e culturale nel nostro quartiere.
Per la prima volta le due comunità hanno partecipato insieme a una festa. Hanno organizzato insieme degli eventi. Hanno applaudito insieme agli spettacoli.
Questo importante evento (che mai aveva visto un tale livello di co-partecipazione) poteva essere archiviato nel cassetto come “case history” positivo. Come fiore all’occhiello per noi di Karawan. Come l’ennesima medaglietta da appuntarsi al petto.
Fortunatamente Karawan è prima di tutto un progetto di riappropriazione e condivisione degli spazi. Spazi che sono comuni a noi italiani come ai membri della comunità cinese. E questo evento è stato un seme lanciato nella nostra splendida terra col fine proprio di ampliare i confini di questo spazi facendo posto a ognuno di noi.
Questo seme ha subito dato frutto in quanto la Scuola di lingue orientali e Calligrafia DONG FANG ha immediatamente ricambiato le nostre attenzioni invitandoci alla loro festa per il Capodanno Cinese.
Abbiamo accettato entusiasti ed abbiamo goduto dell’esplosione di colori e musica che i nostri amici cinesi ci hanno offerto.
Ma quello che ci ha colpito profondamente è che, in quella sala gremita, noi non eravamo fuori posto e i la comunità cinese faceva di tutto per evitarlo!
Non eravamo il “fiore esotico” da mostrare né il “contributo politico” da rivendicare. Eravamo parte dell’evento. Eravamo lì per partecipare alla loro festa e non per adornarla.
È stata una sensazione bellissima. Un vero e proprio suggello al nostro lavoro. Due comunità si sono incontrate attraverso una festa e – ma forse è presto per dire – si è aperto un canale reale di scambio e comunicazione.
Sicuramente lo scorso 17 Dicembre è iniziato qualcosa. Ed è iniziato nel modo secondo noi più naturale, giusto ed umano che esista: condividendo una festa, scambiandosi un sorriso.
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Foto © Stefano Romano