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Il Capodanno cinese e il carnevale italiano s’incontrano a Torpignattara

Il Capodanno cinese e il carnevale italiano s’incontrano a Torpignattara

Strana giornata quella di Domenica 10 Febbraio.
In tutta la città impazzavano i festeggiamenti del Carnevale itaiano e del Capodanno cinese. Come fossero su due binari paralleli queste due comunità hanno festeggiato ognuno per suo conto, ognuno spettatore dell’altro, ognuno (forse) oggetto del desiderio (puramente esotico) dell’altro.

A Torpignattara, invece, è successo qualcos’altro. Grazie alla tenacia della Scuola di Pace e all’incoscienza di noi di Karawan, cinesi e italiani hanno festeggiato assieme questo strano incrocio di ricorrenze e feste.

Alla sala consiliare è andato in scena una festa: semplice, modesta nei mezzi, costruita velocemente contro il tempo e senza soldi. La classica festa che in molti evitano perché non è alla moda, non è accattivante, ha un sapore “malinconico”, amarcodiano. Ebbene questa festicciola di quartiere è stato un piccolo miracolo d’integrazione. La sala era piena di bimbi di tutte le comunità e in particolare cinesi e italiani. Tutti vestiti a festa. Uno vicino all’altro. Composti, sorridenti e complici. Non c’erano barriere di sorta: si giocava assieme e tutti ridevano per le performance del clown.
La festa – voluta dalla Scuola di Pace in collaborazione con il comitato di quartiere Torpignattara e il Karawanfest – si chiamava Piccolo Carnevale Armonico. E non poteva avere altro titolo visto che in quella piccola sala le comunità residenti a Torpignattara hanno trovato una connessione armonica attraverso il sorriso.

In una giornata come quella del 10 Febbraio 2013, poteva bastare questa piccola festicciola a dare il segno di cos’è il nostro territorio, di quale laboratorio della Roma del Futuro si stia autogenerando a Toprignattara.
E invece, alle 19 è avvenuto qualcosa di ancora più eclatante. Il Karawanfest ha organizzato – per la prima volta a Torpignattara – la sfilata del dragone cinese (eseguita dall’A.S.D. TAO CHI) lungo la Via Casilina.
Lo sparuto gruppo di amici che hanno dato il via alle danze è stato letteralmente inghiottito dalla miriade di persone che si sono aggiunte al corteo. Passanti, curiosi, avventori di pizzerie e addirittura persone scese da casa (quasi) in ciabatte.
Un gigantesco serpentone accompagnato dai saluti delle persone affacciate alla finestra (neanche fosse la processione di san Rocco) e dallo strombazzare degli automobilisti che hanno spontaneamente creato un corteo parallelo (quasi nuziale) sulla Consolare cara a Sant’Elena.
Quest fiume di persone ha accompagnato la sfilata fino a Villa De Sanctis, riversando sul prato antistante la Casa della Cultura quasi duecento persone. Solo allora le persone che hanno partecipato sono riusciti a mettere a fuoco chi era il loro compagno di questo piccolo viaggio. Per un attimo, su quel prato, quella parola misteriosa “multiculturalità” ha preso finalmente senso: persone di tutti i paesi erano fianco a fianco, unite nella voglia di sorprendersi, sorridere, gioire.
Questa folla festante ha sfidato il freddo per vedere la Danza del Drago e del Leone; si è spellata le mani per applaudire i bambini e gli insegnanti della Scuola Dong Fang che si sono esibiti nei locali della Casa della Cultura; si è fermata a parlare, a domandare, a chiedere, a interrogare. Abbiamo ricevuto affetto, curiosità e abbiamo sentito il cuore battere a mille quando un rappresentante della comunità cinese ci ha solennemente dichiarata che “è stato un onore aver festeggiato così l’anno del serpente”.

Per noi di Karawan la giornata del 10 Febbraio 2013 non è stata strana. È stata perfetta. È stata la prova che quello che abbiamo sempre pensato è, quasi, una legge di natura: il sorriso e la festa sono il naturale terreno di incontro dell’alterità. La condivisione del bello e della gioia aiutano la conoscenza, la condivisione e creano bellezza e gioia.

Per noi di Karawan la giornata del 10 Febbraio 2013 è stato il coronamento di un sogno: vedere due popoli parlarsi col sorriso sulle labbra!

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